Reviews

Adam Haberberg by Geoffrey Strachan, Yasmina Reza

mayanicklas's review against another edition

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dark tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

1.0

shieymn's review against another edition

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4.0

Romanzo breve che racconta una giornata nella vita in crisi di Adam Haberberg (il cui nome è anche il titolo originale del libro). Scritta in terza persona, la vicenda è focalizzata esclusivamente sul protagonista. Ne seguiamo le azioni, ma soprattutto le palpitazioni del suo flusso di coscienza.

Adam soffre perché è uno scrittore fallito, perché la salute sta iniziando a tradirlo, perché il suo matrimonio gli è angoscioso. Il motivo ricorrente dei suoi pensieri è la visita oculistica appena fatta, che gli ha prospettato l’eventualità di un glaucoma. La vista di Adam si sta deteriorando, ma forse è la sua mente a consumarsi. Adam ha la sensazione di vedere male (gli appare “uno stivaletto” sovrimpresso alle immagini), ma potrebbe essere una suggestione. Forse quello che Adam fatica a vedere è la sua stessa realtà, la persona che è e che sarà. Eppure, nonostante le interferenze, al termine della giornata – e del romanzo – Adam pare aver trovato un barlume di chiarezza.

L’evento attorno al quale si sviluppa il romanzo è l’incontro casuale tra Adam e Marie-Thérèse Lyoc. Non si vedono da trent’anni, dai tempi del liceo. Marie-Thérèse è l’antitesi di Adam, che la trova irritante ma non riesce a fare a meno di restare con lei fino a sera, ipnotizzato dal gioco di specchi tra passato e presente. Marie-Thérèse è una single di mezz’età, fa la rappresentante di gadget e ignora che Adam sia diventato scrittore – a riprova del totale insuccesso della sua carriera, scandagliato lungo l’intero arco narrativo.

Adam è il malato, la persona depressa dal proprio stesso narcisismo, impossibilitata a vivere serenamente la vita quotidiana ma anche quella intellettuale. Marie-Thérèse rappresenta la parte “sana”, impermeabile alle difficoltà, forse stolidamente; dal punto di vista di Adam «un’ombra che attraversa il tempo con una robustezza nauseante». La semplicità a tratti banale con cui Marie-Thérèse vive si mostra ad Adam, annichilendolo. In Adam è il disprezzo a prendere il sopravvento, ma Marie-Thérèse sembra aver ormai svolto una funzione catalizzatrice che lo ha costretto a porsi domande talmente sincere da rivelare a se stesso la sua identità attuale.

Sull’incontro tra i due aleggiano insistenti i fantasmi della loro gioventù, in particolare quello di Alice Canella, compagna di scuola, amica di Marie-Thérèse e oggetto del desiderio di Adam, che ne scopre con trent’anni di ritardo la morte suicida. La voce di Alice lambisce il presente attraverso le sue lettere, che Marie-Thérèse mostra ad Adam in quello che potrebbe essere un goffo tentativo di seduzione. Ma non c’è possibile incontro tra loro, non c’è intersezione tra quelle realtà. A ciascuno la sua solitudine; e quella di Marie-Thérèse, così ordinaria e ordinata, silenziosa, suscita l’invidia di Adam, consapevolmente incapace di trarre alcun godimento dalla propria vita familiare.

Con questo romanzo breve o racconto lungo del 2003 Yasmina Reza esplora i temi che le sono cari: lo squallore nascosto delle vite borghesi, l’impossibilità di relazione tra individui, idee che saranno alla base di Il dio del massacro, e la boria intellettuale già esaminata in Arte. Il risultato è puntuale, forse al punto della prevedibilità, e apre la strada al respiro più ampio del suo ultimo romanzo Felici i felici.

carley's review

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3.0

The blurb about this being a "nonhero's big adventure" is an accurate description. Nothing really happens in this book. The title character encounters a woman from his past, goes home with her and has dinner.

What makes the book good, along with confusing at times, is the writing. There is a constant jump between Adam's thoughts and his actual conversations with Marie-Therese. Sometimes, the formatting clues you in on these jumps, but sometimes it doesn't and that took me out of the story a bit. Reza tackles the internal conflict and utter confusion of Adam quite beautifully. The formatting however, and the jump from clear areas of dialogue to less clear sections, takes away from her talent for me. I'm not sure if that was intentional or possibly a change made in the translation. Nevertheless, I had a few people in mind to recommend it to while I was reading, which speaks to my own enjoyment of this very short, gladly uneventful novel.

giovannigf's review

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4.0

A writer undergoing a midlife crisis encounters an old classmate who takes him home, fanning the flames of his anxiety. Very existential, very French, very entertaining.
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