A review by donniescrive
L'eterno marito by Alberto Moravia, Fyodor Dostoevsky

«Ho certo il piacere di parlare con Aleksej Ivanovič?», cantò quasi quello con voce dolce, che comicamente non si addiceva alle circostanze.
«E voi non siete forse Pavel Pavlovič Trusozkij?», disse infine Vel’čaninov con aria impacciata.


Vel’čaninov è nel mezzo di un processo, è afflitto da sensi di colpa e vergogna che gli ammalano la mente e il corpo, ha quasi quarant’anni e non ha più i soldi e il ruolo sociale che aveva un tempo. Ed è in questo momento che ritorna nella sua vita Pavel Pavlovič, l’eterno marito, un uomo che Vel’čaninov considerava docile, sottomesso alla moglie, timido perfino. Vel’čaninov è stato amante della moglie, e proprio la morte di quest’ultima sta scatenando gli eventi del libro.
Pavel Pavlovič, però, non è più l’eterno marito: alcolista, irrazionale, ridicolo, è diventato una persona che Vel’čaninov non conosce. Che lo ripugna e intriga allo stesso tempo.
I due anno un rapporto di amore-odio, fatto di emozioni fisiche – baci, pianti, grida –, si cercano e si respingono, nascondono la verità ma la conoscono entrambi.
Vedo che se ne parla poco, ma gli elementi di attrazione nel rapporto fra i due uomini sono presenti fra le righe: ci sono gelosie, sotto-testi, c’è una vera e propria confessione di affetto. Insomma, niente di esplicito, ma gli elementi ci sono.
Questo romanzo breve è grottesco e passionale, popolato dai personaggi tipici di Dostoevskij, con le loro “ipocondrie” e le loro paranoie. Nonostante ci sia sicuramente di meglio da esplorare dell'autore, questo romanzo mi è piaciuto molto, ma credo che la mia traduzione abbia tolto un po' di smalto alla storia.