A review by edoardosampoli
Flush by Virginia Woolf

4.0

“In breve, conosceva Firenze come nessun essere umano l’ha mai conosciuta, […]. La conosceva come solo i muti conoscono. Non una sola della miriade di sensazioni che provava si sottomise mai alla deformazione delle parole.”
Un'indimenticabile fiaba che intreccia la vita di Flush, un cocker spaniel di razza purissima, manto marrone tendente all'oro, coda folta, nessun ciuffo fuori posto, e quella della poetessa Elizabeth Barrett. Attraverso la storia del cane, e di conseguenza della sua padrona e delle persone che le ruotano attorno, la Woolf ci offre, mischiando realtà e puro romanzo, un affresco più che mai completo della società vittoriana, in tutti i suoi aspetti. Inoltre Virginia Woolf non sceglie a caso la storia della Barrett, oltre che per una conoscenza personale, sembra voler parlare anche della propria esistenza scegliendo la vita di un'inferma, ma soprattutto di una donna che si trova, in molte occasioni a sfidare le istituzioni "dei mariti, dei padri, dei fratelli e dei dominatori in generale". Le donne riportate in questo romanzo sono rappresentate sempre in forte distacco dalla controparte maschile, a volte questa volontà stilistica ha indotto Virginia Woolf a modificare la temporalità degli eventi o gli eventi stessi, (Miss Mitford che scrive di tutto per sopravvivere, ammiccando alle condizioni della donna descritta dalla Woolf in Una stanza stanza tutta per se, Miss Barrett e Wilson che, in aperto contrasto con gli uomini che ruotano intorno a Flush, si fanno vedere sole in un quartiere malfamato, scorcio dell'epoca vittoriana che viene esclusa dai posteri: i poveri e i viziosi). Flush non è solo una biografia di un cane, come ci suggerisce il sottotitolo, ma un mondo a se che esula da quello reale, pur rimandandone connesso per necessità narrative; come scrive Nadia Fusini nella prefazione all'edizione Feltrinelli del libro, il racconto porta con se "una ventata di allegria e di comicità degna di Alice nel paese delle meraviglie".