A review by merrysociopath
Carpathia by Matt Forbeck

2.0

Trama a grandi linee sennò non si capisce di cosa sto parlando: il Titanic affonda, i passeggeri vengono salvati dal Carpathia, il Carpathia sta trasportando dei vampiri, i vampiri sono affamati.

Non lo so. Sono combattuto.

Da una parte è un romanzo che si prende troppo sul serio. Tratta l'affondamento del Titanic come una tragedia - e, difatti, quello è stato -, ma poi tratta nello stesso modo l'attacco dei vampiri sul Carpathia. Non sono due eventi della stessa gravità, uno è storia, l'altro è fantasia, non si può. D'altra parte, però, è vero che è richiesto un minimo di serietà quando si tratta, nel bene o nel male, di una tragedia storica come l'affondamento del Titanic, e dividere il libro in una prima parte "seriosa" a bordo del Titanic e in una "cazzona" a bordo del Carpathia sarebbe forse stato di cattivo gusto. Insomma, è un libro che parla di una delle più grandi tragedie della storia moderna ma lo fa rileggendola in chiave horror, e forse avrebbe potuto assumersi qualche rischio in più.

Poi ci sono i protagonisti. Sono detestabili, tutti e tre. Lucy è la classica strong and independent woman who needs no man, totalmente anacronistica persino per una che, ci viene detto, è una suffragetta; Quin è un maschio beta, e quindi mi viene veramente difficile simpatizzare per lui; Abe non si capisce da che parte tiri, dice una cosa, poi fa l'esatto opposto, e ogni tre per due ci infila in gola la sua bromance con Quin. Insomma, i protagonisti sono bocciati. Così come lo è lo pseuditriangolo amoroso, prevedibile e, in ultima analisi, suprefluo. D'altra parte, però, i vampiri sono veramente fighi, e fanno tutte quelle cose che uno si aspetta che i vampiri facessero prima che la Meyer e lo stuolo di bimbeminkia scrittevoli che l'hanno seguita li demascolinizzassero.

In buona sostanza Carpathia è la versione letteraria di un b-movie. C'è della goffaggine narrativa, e i protagonisti non sono il massimo, ma si fa leggere e, ogni tanto, si incrocia qualche scena splatter che risolleva una narrazione altrimenti piatta e poco ispirata.