A review by melanto_mori
L'esercito dei 14 bambini by Emmy Laybourne

3.0

Cominciamo col dire che lo slogan aggiunto dalla CE italiana, con riferimento a Hunger Games, è del tutto fuorviante. Hunger Games non c'entra niente, non hanno niente in comune, a parte la giovane età dei personaggi. Se avessero voluto fare un riferimento o un paragone, “Il signore delle Mosche” era il titolo adatto, perché ha le stesse premesse: un gruppo di ragazzi (che vanno dalle elementari all'ultimo anno di liceo) si trovano da soli a doversi autogestire, badare ai più piccoli, badare a loro stessi e mantenere una parvenza di società e ordine, all'interno della loro comunità improvvisamente isolata per cause esterne.

Finita la premessa, passo alla recensione.

Questo libro avrebbe potuto meritare miliardi di stelline se solo l'autrice non avesse avuto delle cadute di stile enormi e se il testo fosse stato scritto/approfondito un po' meglio di quanto fatto.
Il primo problema sono le "spiegazioni" dietro gli eventi catastrofici (perché non ce n'è uno solo) che si sono verificati.
SpoilerIn sequenza abbiamo:
- Una grandinata epocale, capace di distruggere auto e far ribaltare un bus scolastico (con conseguente morte di buona parte delle persone presenti al suo interno e di chi, ovviamente, si trovava in strada).
- Un’eruzione catastrofica avvenuta a La Palma (Canarie), con conseguente mega-tsunami che ha colpito la costa est degli USA, causando morte e distruzione.
- Il Colorado viene colpito da un terremoto M8 (virgola qualcosa) che oltre a provocare danni di per sé, provoca una fuoriuscita di materiali chimici estremamente pericolosi dal NORAD, il comando di difesa aerospaziale americano.

Da quale “NO!” comincio?
Perché tutti gli eventi catastrofici elencati non sono CREDIBILI per le condizioni tettonico/vulcaniche dei luoghi da cui partono.
Anche l’eventualità di un mega-tsunami che arriva da La Palma (regolarmente ipotizzato e simulato) non arriverebbe a fare i danni devastanti di cui si parla nel libro e capaci di mettere in ginocchio un paese enorme come gli USA (Primo: impiegherebbe NOVE ore per arrivare, tutto il tempo per evacuare la maggior parte delle persone – Secondo: le onde previste sarebbero di 20/30 metri e non sono la fine del mondo (soprattutto per un paese dotato di GRATTACIELI in cui salire e mettersi al sicuro), altrimenti il Giappone nel 2011 doveva essere stato cancellato dalle carte, per le sue onde di 40 metri).
Infine, la nube tossica fuoriuscita dallo stabilimento del NORAD. Figo. Un ottimo espediente catastrofico. Se non fosse che… cosa ci fanno le armi chimiche dentro al centro di difesa aerospaziale che si occupa solo di “studiare gli oggetti volanti” che vanno dal missile all’UFO? O_O


Gli eventi esterni su cui si basa il libro sembrano solo un “butta dentro il calderone!” per avere l’effetto “disastro naturale inaspettato” che sconvolge gli equilibri sociali degli USA, ma che nei fatti sono estremamente ingigantiti e campati in aria per essere davvero credibili. Ci vengono passati per verità e noi, lettori, dobbiamo accettarli. Fine.

La seconda caduta di stile, per me, è nella caratterizzazione di alcuni personaggi
Spoiler(in particolare quello di Sahalia, sul quale – almeno nel primo volume – viene portato avanti un chiaro esempio di slut-shaming. E su una BAMBINA DI 13 ANNI non è accettabile. Il protagonista non fa che parlare di lei solo in base al suo aspetto fisico, al modo di “svestirsi” per farsi accettare nel gruppo di quelli considerati “adulti” e di civettare con Jake e soprattutto Brayden. Tant’è che quando questa ragazzina rimane vittima di un tentativo di stupro da parte di un altro personaggio, le rimane comunque attorno un’aura di “dubbio” che non lo abbia provocato lei. Non lo trovo accettabile, anzi mi ha davvero disgustata).

In particolare, c’è una sorta di stereotipizzazione dei personaggi femminili e di quelli maschili.
Le donne della storia (le più grandi) sono le “madri”, gli angeli del focolare, sono quelle che si prendono naturalmente cura dei più piccoli, come se fosse il “ruolo a loro designato”.
I maschi sono i macho man, i capi, prendono le decisioni e una parte di loro fa irrimediabilmente casino e si dimostra inaffidabile.
Poi c’è lo “sfigato”, il protagonista, Dean, attraverso il quale seguiamo la vicenda.
SpoilerE il suo amore infinito per Astrid che, signore mio, anche meno. Sei nel mezzo di una catastrofe enorme, hai dei marmocchi a cui pensare, non puoi stare tutto il tempo a imbambolarti sulla bellezza di Astrid, la bravura di Astrid, la meravigliosità di Astrid, su quanto tu sia perdente o su quanto invidi Jake che si bomba proprio Astrid.


La questione di dover a tutti i costi – TUTTI I COSTI! – mettere su improbabili relazioni sentimentali tra i personaggi, senza un minimo di reale approfondimento, è un’altra cosa che ho trovato insopportabile.
SpoilerGente che cambia idea nel giro di uno schiocco di dita, che il giorno prima piange l’amore della vita (A TREDICI ANNI?!?!?!?!) e dopo qualche ora già pensa a un altro. *rolls eyes*


Eppure, se come ho chiuso questo libro ho iniziato il seguito qualcosa vorrà pur dire. Ed è il motivo per cui sono così arrabbiata con l’autrice per tutte le cose che non reggono!
Perché la storia è avvincente.
Perché in certe occasioni ti fa sì pensare “Oddio, ma hanno 17 anni o 7???”, ma in certe altre ti mette un’angoscia e un’ansia addosso che non ti permette di smettere di leggere. Vuoi sapere come va a finire, vuoi sapere cosa accadrà, chi morirà e chi sopravvivrà. Vuoi sapere se ce la faranno.

Altro punto a favore è l’espediente dell’azione dei composti chimici fuoriusciti dal NORAD
Spoilerin base al gruppo sanguigno di chi li respira.
L’ho trovata davvero una bella idea e con delle conseguenze interessanti.

Personaggio preferito di sicuro Max.
SpoilerNiente più di un bambino di otto anni, ma che viene caratterizzato così bene e che tira fuori le perle migliori di tutto il libro, che vorresti entrare nella storia e portarlo via, solo per salvarlo.

Secondo personaggio preferito Niko.
Spoiler16 anni e l’unico che dimostra davvero di avere senso pratico e sale nella zucca, che ci prova a dire “No, regà, sta cosa non la facciamo perché è pericolosa!” ma che nessuno sta a sentire e poi si trovano tutti nella merda.

Personaggio maltrattato: Jake. Secondo me, Jake meritava una caratterizzazione migliore, un approfondimento.
SpoilerÈ quello che si becca un chiarissimo PTSD di quelli enormi, ma viene bollato come codardo o fatto passare per un idiota. Senza contare che ha 18 anni, ma certe volte si comporta come un ragazzino di 15, passando la maggior parte del libro a bere e impasticcarsi con Brayden, ma senza minimamente accusare gli effetti da astinenza quando smette.

Personaggio maltrattato 2: Sahalia. Per tutto quello che è stato detto prima.
SpoilerOkay descrivere la ragazzina in piena fase rebel-13, ma non così. Così è disgustoso.

Personaggio maltrattato 3: Astrid. Poteva essere un ottimo pg femminile, ma cade comunque nella trappola del donna=mamma per forza di cose.
Personaggio odiato: Chloe. Ho desiderato di sopprimerla ogni volta che apriva bocca.
Personaggio ambiguo: Dean. Lo so che è il protagonista e di lui dovremmo sapere vita, morte e miracoli, ma per me rimane ambiguo. Certe volte l’ho odiato, certe altre avrei voluto dargli una pacca sulla spalla e certe altre una sberla.
SpoilerHa 16 anni, ma c’ha solo Astrid e il sesso in testa (che, uhm, forse in una situazione normale potrebbe anche essere OVVIO, ma questa non è una situazione normale, quindi, insomma…), nonostante si stia trovando ad affrontare gente che esce fuori di melone (tra cui anche lui), gente che muore, gente che tenta di ucciderli, gente che viene uccisa (da loro). Insomma, in certi momenti la sua caratterizzazione l’ho trovata senza senso.

Quindi, riassunto del poema: un’idea ottima, ma un’esecuzione meh con sprazzi di “oddiocheansia!” che ti trascinano fino alla fine, tirandoti per i capelli, tanto che ho già terminato di leggere anche il secondo e ora mi sono buttata sul terzo e ultimo volume.
Per i problemi riscontrati non potrei dargli più di 3 stelle, ma per i pregi che comunque ha non potrei dargliene di meno.