A review by misty_h
La danzatrice di Izu by Yasunari Kawabata

4.0

" [...] per me la bellezza di una sola stella vista per la prima volta è insuperabile. Penso che lo stesso discorso valga per la letteratura e per la vita."

Non so se il libro mi sia piaciuto di più per il racconto o per il saggio di Kawabata. Quando lo vidi in libreria, così piccolo, nascosto dietro un altissimo porta CD, ho deciso che avrei dovuto leggerlo. Una storiella breve, così breve da lasciarti riflettere su quale sia il suo significato e quali siano le ragioni del suo successo. La tematica del viaggio, inteso come mezzo di formazione del protagonista, non è poi particolarmente originale. Eppure c'è qualcosa di estremamente attraente in questo racconto. Forse è proprio il fascino della danzatrice, descritta quasi come un angelo che scende dal cielo. La continua attesa che accada effettivamente qualcosa tortura il lettore durante l'intera lettura; ma alla fine Kawabata ci lascia con un pugno pieno di sassi, senza che la danzatrice e il viaggiatore abbiano avuto la possibilità di conoscersi, con un abbandono che risulta essere comunque estremamente doloroso.
Un ragazzo che scopre, durante questo viaggio fra un Giappone ancora non dilaniato dalla guerra, la bellezza - la luce del sole delle Hawaii nei bicchieri di vetro - senza che esso possa raggiungerla e riunirvisi. Una bellezza rappresentata dalla purezza e dalla timidezza della fanciulla, che, in mezzo ad altre ragazze (o ad altre stelle, dovremmo dire?), risulta essere quell'unica che stella che, osservata per la prima volta, è insuperabile.
Il saggio di Kawabata, che si trova appunto alla fine del libro, è un'ottima immersione nella letteratura giapponese, di cui cita romanzi, haiku, scrittori e monogatari.
La lettura di un autore dell'Estremo Oriente si rivela, ancora una volta, una esperienza mistica, esattamente come era stato per Un pallido orizzonte di colline.