Reviews

Vox by Christina Dalcher

blackjessamine's review against another edition

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2.0

Aspettavo da tanto il momento di poter mettere le mani su questo libro, e forse anche per questo la delusione, a fine lettura, è stata tanto cocente.
Nell'ultimo anno sono anche io stata vittima della febbre “Margaret Atwood”, riscoprendo il suo meraviglioso “Il racconto dell'Ancella” e facendomi poi catturare dai vari epigoni che ne sono nati. Peccato che, non del tutto inaspettatamente, ad essere sincera, questi epigoni non sono nemmeno lontanamente all'altezza del capolavoro della Atwood.
In questo caso mi ritrovo a ripercorrere delle riflessioni che già avevo fatto a proposito di “Ragazze elettriche” di Naomi Alderman (tra l'altro, curioso come in queste distopie all'insegna del girl power - parlare di femminismo qui mi sembra eccessivo - torni così ossessivamente il tema dell'elettricità, sebbene con scopi e obiettivi opposti). L'idea di fondo del romanzo è geniale, ma la realizzazione è mediocre.
La Dalcher ci presenta l'America di un futuro non troppo lontano, dove una setta religiosa estremista è riuscita a salire al potere, imponendo il suo retrogrado pensiero secondo cui tutto andrebbe meglio se le donne restassero a casa a sfornare torte e figli, a pulire, e a non esprimere un'opinione. E dapprima con il blocco di ogni conto corrente intestato alle donne, poi con l'eliminazione dei loro passaporti, si arriva sorprendentemente ad un contatore da polso obbligatorio per ogni essere di sesso femminile (anche le neonate), un contatore che, tramite una scarica elettrica di intensità sempre maggiore, impedisce alle donne di pronunciare più di cento parole al giorno.
Tutto molto interessante e tutto molto bello, le prime sessanta pagine sono un vero e proprio concentrato di angoscia, rabbia e frustrazione, dove la protagonista ci trascina in una spirale di follia, gettando delle basi che, ahimé, credevo fossero molto solide.
Ho particolarmente apprezzato il fatto che Jean fosse una donna normale, una donna come tante, con un signor cervello, ma troppo concentrata sulla sua vita per preoccuparsi davvero di quello che le succedeva attorno... l'università prima, il dottorato poi, e il matrimonio, e i quattro figli, e marciare, protestare, alzare la voce sembrava sempre meno importante, sempre rimandabile. Si può anche non votare, delegare agli altri qualsiasi scelta sul proprio futuro. Fino a quando la situazione si fa insostenibile, e proprio quando si capisce che alzare la voce è necessario, qualcun altro se l'è già presa, la tua voce. Questo conflitto, questo senso di colpa è qualcosa fin troppo facile da riconoscere, e mi è proprio piaciuto.
È interessante anche la ricostruzione di come l'orrore abbia preso piede, dapprima lentamente, poi come se fosse uno scherzo, senza che nessuno lo prendesse davvero seriamente, fino a quando è stato troppo tardi. Niente che non abbia già letto, ma pur sempre interessante.

Il problema è che, superata la pagina sessanta, quando la Dalcher finisce di delineare la situazione e la storia dovrebbe decollare, qualcuno deve averle dato una botta in testa, rubato il pc e dato il suo manoscritto a un mediocre ghost-writer di brutti thriller. O forse, al contrario, finché si trattava di descrivere una situazione tutto sommato conosciuta (regimi estremisti, una parte della popolazione lentamente ridotta al silenzio e spogliata di ogni diritto, la coscienza che si sveglia troppo tardi... insomma, di esempi del genere ne abbiamo a bizzeffe, nella storia e nella fiction) la Dalcher ha saputo giocarsi bene le sue carte, poi tutto è precipitato in una roba piena di stereotipi e azioni assurde.
C'è una storia d'amore, ci sono laboratori governativi segreti, un piano per distruggere il mondo e due eroi e mezzo che, in un paio di notti, riescono a dare vita ad un siero cui avevano lavorato per anni, riescono a invertirne la funzione e a cambiare le sorti del mondo.
Il tutto condito da una protagonista che dimentica improvvisamente tutto quello che ci aveva raccontato per sessanta pagine, sua psicologia inclusa; un amante che somiglia più che altro ai gorilla del laboratorio, ma ehi, lui si che è un uomo, perché gli uomini devono esser grandi, grossi, e prendere a pungi chi ti sputa in macchina, se no sono mammolette... come? Sembrava che le premesse del romanzo parlassero di riscatto e di femminismo?. Poi ci sono mariti zerbini, colpi di scena che non hanno senso, risoluzioni al limite del fantascientifico e stereotipi, stereotipi, stereotipi. Eh, sì, perché Lorenzo è italiano, quindi passa le sue giornate a grugnire, fare caffè e suonare il mandolino (vi giuro, il mandolino). I genitori di Jean vivono in Italia, quindi al telefono parlano solo di arance e limoni. Ah, sì, e, più o meno letteralmente: “ai maschi piace fare esplodere le cose”. Seriamente.
E giusto come ciliegina sulla torta, indovinate un po' chi è che salva queste donne forti, emancipate, pronte ad alzare la voce e ribellarsi ad un regime che vuole ridurle al silenzio? Forse la loro unione, il loro combattere assieme? Forse il risvegliarsi della loro coscienza, e dunque l'affidamento sulle loro forze? Ma certo che no. Insomma, ragazze, va bene fare un po' di casino, ma bene strepitare, va bene fare le femministe incazzate, ma quando le cose si fanno serie, statevene buone in un angolo, mentre gli uomini grandi grossi e forti salvano la situazione e le donzelle in difficoltà.

Un'idea geniale che si perde in un romanzo mediocre, che peccato.

manonv's review against another edition

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3.0

Un peu mitigée.
La romance avec un "bel italien" est-elle vraiment nécessaire ?
Bref, ça casse un peu la dynamique du livre et même son propos.
Pour être une femme "libéré" doit-on toujours passer par mon homme et pour représenter son émancipation sexuelle ?
Et puis, la fin est tellement abrupte...

deepetereads's review against another edition

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  • Loveable characters? No

2.0

jojobeans89's review against another edition

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adventurous dark emotional hopeful tense fast-paced

5.0

jlmcnally82's review against another edition

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dark sad fast-paced

4.0

ashtotheley's review against another edition

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adventurous challenging dark emotional hopeful inspiring sad tense slow-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

The concept of this book is wild! A country where women can only say 100 words is awful. I cannot fandom that. 

lilbunny_87's review against another edition

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4.0

Powerful and terrifying.

dani_thebookdragon's review against another edition

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dark emotional hopeful sad fast-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

2.0

cerisecarrot's review against another edition

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5.0

Disturbing, but I couldn’t put it down even so.

astrohime's review against another edition

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adventurous dark reflective tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.5