Reviews

Thirteen Months of Sunrise by Rania Mamoun, Elisabeth Jaquette

solgave's review against another edition

Go to review page

emotional inspiring reflective medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? It's complicated
  • Flaws of characters a main focus? Yes

seeyouinorbit's review against another edition

Go to review page

emotional funny hopeful inspiring reflective sad tense fast-paced
  • Loveable characters? Yes

5.0

It was a fast read but the gorgeous metaphors crafted into each story was a chance to pause and let the imagery move me. The attention to detail was incredible. Loved how the author was able to transform simple scenes of everyday life into beautiful meditative moments.

bframe's review against another edition

Go to review page

emotional reflective sad fast-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? It's complicated

4.25

debc's review

Go to review page

emotional reflective sad medium-paced

4.5

freddie's review against another edition

Go to review page

2.0

Definitely a mixed bag - the strongest stories are "A Woman Asleep on Her Bundle" and "Stray Steps". While the stories are generally intimate, most of them tend to be forgettable. There are some clichéd phrases and dialogues - although that's probably due to the translation.

jackelz's review

Go to review page

sad
  • Plot- or character-driven? Character

5.0

If I had to describe this collection of short stories in one word: SAD. But it was also beautiful, as each story made me feel something. 

My two favorite stories were THIRTEEN MONTHS OF SUNRISE and EDGES. 


I loved the theme of friendship in THIRTEEN MONTHS OF SUNRISE. Two kindred spirits from two different backgrounds and cultures come together in an unexpected place, and while their friendship was short, I felt like it brought so much meaning to both of their lives. 

These were my two favorite scenes:

‘Think of me every time you listen to those tapes,’ I told him.
‘I’ll fall in love with you if I do that.’
‘No. You mustn’t fall in love with me.’ 
‘I love you now, in my own way.’
‘I love you, too, in my own way.’

‘We drink the same water,’ he said to me once. ‘Yes,’ I replied. ‘It flows through both of us.’ The Blue Nile, which passes through Khartoum, originates at Lake Tana in Ethiopia. That’s what makes our bond so strong, I thought: we were nursed from the same source.

It was also cool to learn about the thirteenth month, and how Ethiopia is the only country to do that!


In EDGES, I loved the mysterious she. I kept wondering who she was, when it didn’t matter. The narrator was showing us a part of herself that only she could see, and I thought that was beautiful. 

She’s always here, close to me. Sometimes I get annoyed by how she forces herself into my most hidden corners. I pick fights with her, I get angry, I gather my secrets and toss them beyond consciousness. I hide them seven earths deep inside me and then rejoice, thinking that I’ve set her on the wrong path, that she’ll lose her way, only to realise that the one who is lost is me.


This collection shows us what contemporary life in Sudan is like, and I think that is something everyone should read about. 

ludovicaciasullo's review against another edition

Go to review page

2.0

Mentre cercavo un libro di un autore o un'autrice sudanese, ho scoperto Tayeb Salih, che ha scritto "La stagione della migrazione a Nord", uno dei romanzi in lingua araba più tradotti e celebrati. Avevo voglia però di leggere qualcosa di più recente, e magari meno famoso, e quindi sono andata a spulciare questa pagina Wikipedia, e ho scelto di leggere un'opera di Mamoun perché, oltre ad essere piuttosto giovane, è anche un'attivista (è stata arrestata durante una protesta pacifica e ha subito diverse violenze, incluse minacce di stupro, da parte dei poliziotti), il che, ho pensato, magari voleva dire che leggerla mi avrebbe fatto capire qualcosa del Sudan.

In effetti il suo libro, una raccolta di racconti molto breve, è profondamente intessuto di tematiche politiche: povertà estrema, corruzione delle istituzioni e delle organizzazioni di beneficienza, ma anche salute mentale e lutto sono alcuni dei temi condensati in queste pagine. Tuttavia la scrittura dell'autrice procede spesso per immagini, allusioni, atmosfere: non fa nomi, non precisa contesti spazio-temporali, mostra vignette senza raccontarci lo sfondo, per cui questi racconti non sono "di denuncia" se non in senso molto ampio.

Il libro è molto intimo, narrativamente semplice, le storie raccontate non si concludono con grandi rivelazioni o svolte inaspettate, giocano più sulla capacità di generare forti emozioni che sull'affetto verso i personaggi. Mi è piaciuto molto intravedere attraverso le sue descrizioni la città di Khartum, la capitale del Sudan. L'ho cercata su internet e ho trovato foto di grattacieli, di due ampi fiuimi che si congiungono, di strade trafficate. C'è questo articolo in cui viene riportata una dichiarazione di Jafaar Mirghani, il direttore del Sudan Civilization Institute: "Non lasciatevi ingannare dalla città disordinata di oggi. Quella che può sembrare una pianificazione ‘ashwaa’i (caotica) ad uno straniero, prende in realtà forma dalla storia". Mi ha colpito molto perché se qualcuno mi avesse chiesto di immaginarmi la capitale del Sudan sicuramente non ci avrei messo i grattacieli, e altrettanto sicuramente avrei menzionato strade intricate e rumorose, che riflettono l'assenza di progettazione e non certo una storia di sovrapposizione fra popolazioni diverse, di zone adibite al commercio ed altre riservate alle élite.

Questo invece è un reportage molto più disincantato dalla capitale, che viene rappresentata come un parassita sonnolento, che succhia risorse al resto del Paese senza restituire nulla. L'élite della città viene descritta come indifferente, se non addirittura inconsapevole, della realtà fuori dalla metropoli, e le origini di questa situazione vengono tracciate nel passato coloniale delle città, che rappresentava l'unico punto di contatto del Paese per i britannici, e quindi anche il punto "occidentalizzato" che poteva guardare con distacco, o direttamente ignorare, tutto il resto

Tornando al libro, mi è piaciuto ma mi ha attraversata senza lasciarsi molto dietro: mentre leggevo ero commossa, spesso emozionata, ma quando l'ho finito me l'ero un po' scordato. Credo che il problema sia che il libro è talmente breve da non lasciare materialmente il tempo non solo di affezionarsi ai personaggi (che comunque, trattandosi di una raccolta di racconti, cambiano di continuo), ma anche alla voce dell'autrice, che pure mi è sembrata interessante e originale. Non è un libro brutto, tutt'altro: è scritto molto bene, e mi sembra anche molto denso di rabbia, di frustrazione e di amore per la propria città, ma non sono riuscita a "entrarci" davvero.


Fun fact: il titolo della raccolta viene viene dal calendario etiope, che ha 12 mesi, ciascuno di trenta giorni, più un tredicesimo mese Pagumen, composto dai restanti cinque o sei giorni.

smallbean's review against another edition

Go to review page

emotional fast-paced

2.0

aloiyeva's review

Go to review page

challenging dark emotional informative reflective sad tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? N/A
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.0

_lesewesen's review

Go to review page

reflective medium-paced

4.0