ludovicaciasullo's review

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2.0

Ci ho messo tantissimo a finire questo libro: per l'assenza di trama e lo scorrere lento delle immagini raccontate, ma anche perché facevo fatica ad appassionarmi alla scrittura così didascalica e "piatta". Sono contenta di averlo letto perché è stato interessante, ma non credo di poter dire che il libro mi sia piaciuto.

Il primo dei due romanzi si chiama "The field of life and death", ed è la prima opera di questa scrittrice ad essere pubblicata, nel 1935.

Più che un romanzo, si tratta di una serie di "vignette", di scene della vita di una ventina di personaggi: ambientato in una campagna impietosa, è un susseguirsi di tristezza e tragedie, malattie e miseria. Facevo fatica a distinguere i personaggi, mi perdevo i dettagli su chi fosse figlio o figlia di chi ed ero anche abbastanza annoiata dal ritmo lento, ciclico, direi "agricolo" della narrazione.


The dead were dead, and the living needed to figure out how to stay alive.


Le condizioni materiali dei contadini e delle loro famiglie sono così difficili che non c'è spazio per nient'altro ("In the village, men and beast were occupied in the business of living and dying") e anche se la natura a volte viene descritta come benigna e accogliente, non è mai una consolazione ("The sky was covered with stars, but they were too remote to have anything to do with Golden Bough").

La condizione delle donne è particolarmente odiosa perché, oltre a dover lavorare nei campi come i loro mariti e il resto delle loro famiglie, sono anche vessate dentro casa. Gli abitanti del villaggio a volte sembrano solidarizzare a fare fronte comune, ma non mancano momenti in cui sono ostili l'un l'altro e ciascun* contribuisce all'oppressione altrui.

Lo stile è estremamente asciutto: frasi brevi che descrivono eventi frammentati, nessun tentativo di disegnare un filo conduttore o di guidare chi legge nell'interpretazione degli eventi, gli unici commenti riguardano il meteo. Speranza: non pervenuta. Forse uno dei libri più tristi che abbia mai letto, e l'ultimo libro genuinamente allegro che mi ricordo è forse Geronimo Stilton, quindi posso vantare una certa abitudine ai libri tristi. Quello che rende questo libro così profondamente drammatico è che la miseria economica permea la miseria umana, non c'è un arco narrativo di redenzione, non ci sono momenti di gioia: il libro mette insieme delle fotografie di una situazione tragica e te le sbatte in faccia senza tanti complimenti.

Non è solo la vita contadina ed essere spietata: quando Golden Bough va in città cercando di guadagnare qualcosa per sé e la sua famiglia lavorando come sarta, incontra solo nuove e altrettanto crudeli forme di sfruttamento. I personaggi sono del tutto impotenti, i tentativi di far fronte comune al momento dell'invasione giapponese falliscono miseramente, per disorganizzazione ma anche, appunto, perché non potrebbe essere altrimenti.


Il secondo romanzo breve si chiama"Tales of Hulan River" ed è del 1942, l'ultimo che Xiao Hong abbia scritto. Rispetto al precedente, è meno frammentato e meno drammatico, ma mantiene comunque l'andamento estremamente lento e la struttura "per vignette". La voce narrante è quella di un bambino, o una bambina, che racconta il suo paese, le sue feste, le sue tradizioni culinarie, i suoi pettegolezzi e le sue meschinità. Non mancano considerazioni ironiche, come quando parla del teatro dell'opera itinerante e di come tutto il paese vi partecipi, col risultato che c'è talmente tanta confusione fra il pubblico che nessuno ascolta i cantanti, e recarsi all'evento ha soprattutto lo scopo di guardare e farsi guardare. Ci sono anche dei passaggi in cui lo sguardo infantile e ingenuo della voce narrante è molto tenero: "Quella era la prima volta in assoluto che vedevo il fiume, ed ero disorientat* nel tentativo di capire da dove venissero le sue acque e per quanto tempo fossero passate qui. Sembrava enorme." Nonostante questo, anche questo secondo romanzo breve è angosciante: una buona porzione del testo è dedicato al racconto delle disavventure di una ragazzina che viene data in sposa ad un vicino di casa della voce narrante, e una volta arriva nel quartiere viene continuamente vessata e picchiata dalla suocera, che viene descritta così: "In ogni situazione, quando le cose non le andavano bene, la sua reazione era picchiare qualcuno. Chi sarebbe stato quel qualcuno? Chi poteva picchiare impunemente. La risposta era sempre la sposa bambina." Fra difficoltà economiche e superstizioni, la compassione per il prossimo risulta impraticabile in questo villaggio inospitale, dove si fa un funerale solo affinché i vicini non possano accusare di taccagneria la famiglia che ha subito il lutto, e dove quando una donna muore di parto si resta a guardare il vedovo crescere da solo due bambini, chiedendosi quanto durerà, senza muovere un dito in suo aiuto.

Se nel primo libro la durezza viene soprattutto dalla natura, dai soldati giapponesi invasori e dai gretti proprietari dei campi che i contadini e le contadine lavorano, nel secondo la violenza è più quotidiana, vive molto nelle parole sussurrate fra una casa e un'altra e non proviene da un "altro". Mi ha colpito molto la totale mancanza di solidarietà fra persone che condividono la stessa sorte. L'unica cosa rincuorante è il bellissimo rapporto della voce narrante con suo nonno: i giochi che fanno, le poesie che leggono, i mondi che costruiscono, sembrano rappresentare una connessione umana altrimenti esclusa completamente dalle pagine.

Xiao Hong, l'autrice di questo volume, è a volte definita la prima femminista cinese: le donne nei suoi romanzi sono o picchiate dai mariti o dimenticate, e sicuramente si nota una certa attenzione nella scrittura a voler "dare giustizia" alla condizione femminile nella Cina del suo tempo. Non so se definirei questi romanzi femministi, dato che l'attenzione mi sembra soprattutto concentrata sulla sorte tremenda che colpisce sia uomini che donne, anche se queste ultime con maggiore durezza.

imdunn's review

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3.0

I technically did not read Tales of the Hulan River, but I think it still counts.

anabey's review

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dark emotional reflective sad fast-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? No

3.75

tonjebeisland's review

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Igjen—hvorfor skal alltid tekstene utgis i samlinger selv om de er egne romaner??

kyrajade's review

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4.0

Beautifully profound and upsetting. My heart ached for the women in this story.
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