Reviews

Oggi vi allieterò con alcune supercazzole di questo libro e altre considerazioni

- Dicevano che avevo 'gli occhi del colore del cielo che piange'

- Sentii i nervi arricciarsi nella carne

- La bellezza maliarda dei suoi tratti e i lineamenti cesellati

- i capelli neri mi colpirono come un pugno, un livido dritto nella pupilla.

- Riccioli di gelo mi sfiorarono la pelle

- io strappai via gli occhi da Rigel

- «non avrai davvero creduto... che volessi stare con te?»
(Tutto sommato questa frase poteva anche essere normale - a parte i punti di sospensione - ma la metto comunque perché questa semplice uscita di Rigel viene descritta come: "ironia pungente")

- «Come è andata la lezione? hai fatto educazione fisica con quelli della sezione D?» (Apparentemente, per Erin Doom, la scuola pubblica USA funziona come quella italiana)

- Un piercing ingabbiava il sopracciglio sinistro, e le labbra erano intente a ruminare una gomma
(Sempre apparentemente, in realtà la nuova amica di Nica non è un essere umano ma una pecora mezza cieca)

- «Mica, ma tu dove abiti? Se vuoi mia nonna può darti un passaggio. Oggi fa le polpette a Miki mangia da me» (Erin Doom continua a scordarsi che questa storia è ambientata negli USA e non a Cinisello Balsamo)

- Gli studenti correvano dentro, [...] con un'esaltazione terrificata negli occhi.
(qualcuno mi spieghi cosa c@zzo vuol dire)

- «Ehi!» latrò Miki (Ah no mi son sbagliata. Questa non solo in realtà è una pecora mezza cieca ma è anche fusa con un po' di DNA canino)

- mi incuneai tra spalle e schiene, impigliata come una farfalla in un dedalo di steli
( Se non sapete fare metafore, evitate proprio di farle)

- Mi ritrovai a torcermi le mani.
(Ogni tanto ho il dubbio che Erin non sappia il significato delle parole...)

- Rigel uscì dalla porta. Le vene gli percorrevano i polsi come un groviglio d'avorio (...appunto)

- Rigel me lo aveva detto di stargli lontano, me lo aveva ringhiato (Anche Rigel è imparentato con i cani, su questo però non avevo dubbi. Probabilmente sono stati loro ad abbandonarlo, ma hanno scambiato l'orfanotrofio per il canile)

- Lo vidi fissarmi, cupamente divertito (Secondo me questa Erin l'ha scritta giusto il giorno dopo aver imparato il termine Ossimoro.)

-La sua voce scivolò lenta e affilata come unghie sulla seta (questa è l'ultima metafora senza senso che scrivo perché altrimenti viene un papiro)

- Le sue iridi si librarono fino alle mie, lapidarie come pallottole ( Ho di nuovo il dubbio che Erin non sappia il significato delle parole)

- Mi mordeva con le parole [...] mi sfiorava con le sue provocazioni e poi mi stritolava con il sorriso (????????)