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pinkgallah's review against another edition
4.0
Well worth reading.
The best parts for me are the descriptions of actual conditions people experienced. Second best are those realisations on freedom and non-freedom, particularly as they relate to commercial activities.
The more poetic parts kind of went over my head.
Would like to have given 3.5 stars.
The best parts for me are the descriptions of actual conditions people experienced. Second best are those realisations on freedom and non-freedom, particularly as they relate to commercial activities.
The more poetic parts kind of went over my head.
Would like to have given 3.5 stars.
caitlynd13's review against another edition
challenging
emotional
informative
reflective
sad
tense
medium-paced
- Plot- or character-driven? A mix
- Strong character development? No
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? It's complicated
- Flaws of characters a main focus? It's complicated
5.0
“This was made manifest, with tragic clarity, a sacred law of life: Human freedom stands above everything. There is no end in the world for the sake of which it is permissible to sacrifice human freedom.”
burroesilvia's review against another edition
dark
emotional
informative
reflective
medium-paced
- Plot- or character-driven? A mix
- Strong character development? It's complicated
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? N/A
- Flaws of characters a main focus? No
4.5
kingarooski's review against another edition
5.0
I hestitated giving this book 5 stars because, although it is amazing, there were parts of it I didn't enjoy that much. The story starts out simply enough: Ivan Grigoyevich is released from Gulag after 30 years. The novel takes us though his story, his cousin's (who doesn't agree with the regime but is too worried about his career to speak out), his lover (an activist in the Ukraine during the famine there in the 30s). We also see viewpoints from various characters who turn their friends/co-workes/families in. We see things from the viewpoint of a woman whose husband is arrested and mostly likely shot. She also ends up in a forced labour camp. These are the fascinating stories, as is Ivan's new life outside of Gulag and his adjustment to freedom. Or what passes for freedom under Soviet rule. There are also chapters on Stalin and Lenin, but these read more like essays or verdicts on the two leaders. These weakened the story for me. Nonetheless, this is a great book giving a great series of snapshots of lives in the Soviet Union.
rowy148's review against another edition
dark
emotional
informative
reflective
sad
tense
fast-paced
- Plot- or character-driven? A mix
- Strong character development? It's complicated
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? It's complicated
- Flaws of characters a main focus? Yes
5.0
jsarfi's review against another edition
dark
informative
reflective
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? Yes
- Flaws of characters a main focus? Yes
4.5
An introspective look into the limits of destalinization and the failings of the Soviet system, Grossman's evocative style is able to bring into focus the inner lives of the characters he depicts and paints a hauntingly beautiful portrait of the USSR through the eyes of a recently released prisoner of the Gulags and those he once knew.
giovydsb's review against another edition
4.0
Ideale prosecuzione di Vita e destino, questo romanzo ne è anche la logica conseguenza. Se Vita e destino, infatti, era ambientato in pieno stalinismo, Tutto scorre... prende avvio dopo la morte di Stalin, e fa i conti con tutto quello che lo stalinismo è stato, dai gulag alla collettivizzazione forzata, dal Terrore del '37 all'attacco postbellico contro il cosmopolitismo. Il ritorno dal gulag di Ivan Grigor'evič, infatti, costringe lui stesso e i personaggi che gli si muovono attorno a riflettere su quello che è stato.
Grandioso Grossman, che fugge la tentazione di semplificare, mostrando invece quanto i fenomeni postrivoluzionari debbano essere guardati con gli occhiali della complessità: lo si vede soprattutto nella parte finale del romanzo, che tende a diventare quasi un trattato di storia sovietica in cui Grossman spiega con incredibile lucidità (scrive tra il 1955 e il 1963!) le dinamiche del leninismo prima e dello stalinismo poi. È una spiegazione che si trasforma in un inno alla libertà, parola ripetuta innumerevoli volte nei capitoli finali:
«La storia dell'umanità è la storia della sua libertà. La crescita della potenza dell'uomo si esprime innanzitutto nella crescita della libertà. La libertà non è la necessità diventata coscienza, come pensava Engels. La libertà è diametralmente opposta alla necessità, la libertà è la necessità superata. Il progresso è essenzialmente progresso della libertà umana. Giacché la vita stessa è libertà, l'evoluzione della vita è evoluzione della libertà.» o ancora «La non-libertà trionfava incontrastata dall'Oceano Pacifico al Mar Nero. Essa era ovunque e in ogni cosa. E ovunque e in ogni cosa la libertà è stata uccisa. Fu un'offensiva vittoriosa che fu possibile attuare solo versando molto sangue: ché la libertà è vita, e sconfiggendo la libertà Stalin uccideva la vita.», tanto per fare un paio di esempi.
Strazianti le pagine sulla collettivizzazione in Ucraina. L'ho già detto parlando di Vita e destino, ma mi ripeto: Grossman è un uomo che non teme la verità, anche quando è complessa o difficile da affrontare. Dopo anni di arresti arbitrari e timore di essere denunciati, in questo libro si considerano con grande cautela perfino le azioni dei delatori, dei “quattro Giuda” così facili da condannare. È una lucidità, quella di, che non porta né al cinismo né all'esasperazione della razionalità. Porta, invece, a una certezza: “tutto ciò che è disumano è assurdo e inutile”. E porta anche a una speranza, che va nutrita ancora oggi: un giorno “la libertà sarà tutt'uno con la Russia”.
Sono ancora una volta grata a Vasilij Grossman, uomo e scrittore di grande coraggio, che in tempi difficili ha predicato la libertà, condizione essenziale perché l'esistenza umana sia davvero vita.
Grandioso Grossman, che fugge la tentazione di semplificare, mostrando invece quanto i fenomeni postrivoluzionari debbano essere guardati con gli occhiali della complessità: lo si vede soprattutto nella parte finale del romanzo, che tende a diventare quasi un trattato di storia sovietica in cui Grossman spiega con incredibile lucidità (scrive tra il 1955 e il 1963!) le dinamiche del leninismo prima e dello stalinismo poi. È una spiegazione che si trasforma in un inno alla libertà, parola ripetuta innumerevoli volte nei capitoli finali:
«La storia dell'umanità è la storia della sua libertà. La crescita della potenza dell'uomo si esprime innanzitutto nella crescita della libertà. La libertà non è la necessità diventata coscienza, come pensava Engels. La libertà è diametralmente opposta alla necessità, la libertà è la necessità superata. Il progresso è essenzialmente progresso della libertà umana. Giacché la vita stessa è libertà, l'evoluzione della vita è evoluzione della libertà.» o ancora «La non-libertà trionfava incontrastata dall'Oceano Pacifico al Mar Nero. Essa era ovunque e in ogni cosa. E ovunque e in ogni cosa la libertà è stata uccisa. Fu un'offensiva vittoriosa che fu possibile attuare solo versando molto sangue: ché la libertà è vita, e sconfiggendo la libertà Stalin uccideva la vita.», tanto per fare un paio di esempi.
Strazianti le pagine sulla collettivizzazione in Ucraina. L'ho già detto parlando di Vita e destino, ma mi ripeto: Grossman è un uomo che non teme la verità, anche quando è complessa o difficile da affrontare. Dopo anni di arresti arbitrari e timore di essere denunciati, in questo libro si considerano con grande cautela perfino le azioni dei delatori, dei “quattro Giuda” così facili da condannare. È una lucidità, quella di
Sono ancora una volta grata a Vasilij Grossman, uomo e scrittore di grande coraggio, che in tempi difficili ha predicato la libertà, condizione essenziale perché l'esistenza umana sia davvero vita.
asolorio02's review against another edition
5.0
At times the format of the story was bit odd, as their were chapters which seemed to be historical essays on certain topics regarding the Soviet Union and its leaders rather than a part of the main narrative. But, I enjoyed these parts of the book because they provided me with insight on how and why the Soviet State turned on its own people.
Since first reading about Stalinism, collectivization, show-trials, and masses of people being sent to gulags, I always wondered how people just went along with it. Everything Flows left me with an answer to this question, which in turn left me with a deep sense of sadness, for we—people—seem to have the ingrained characteristic of finding ways to justify the unjustifiable.
I finished the book about a week ago but some thoughts and images continue to haunt me. Emotionally there were three chapters which really stood out and captured the senselessness and barbarity of the Soviet State under Stalin. One of these chapters tells the story of a Moscow woman who's husband is denounced and as a result she is separated from her three year old daughter and sent to a gulag in Siberia. Grossman's narrative condenses her life to a little chapter, but within that chapter he captures the feelings a loyal Soviet citizen sent to the gulags might have. Millions were denounced, oftentimes on no evidence, and their stories were never told. Here he gives us a window into one of their stories.
This is what I appreciated about this book. Grossman went beyond his narrator to give us stories of other people caught up in the madness of the era.
The chapter on collectivization and the resulting Ukrainian famine (Genocide) was extremely sad and shameful. How could people do this to each other? We learn how. The whole process is explained from a State Operative who saw it all happen from beginning to end.
The chapter after this is a small but powerful narrative which tells the story of a Ukrainian peasant family who died during the famine. Behind every number, nearly five million died, there was a story, a human-being, with their own dreams, loves, and joys.
I learned a lot from this book and I plan on reading more of Grossman's work in the future. It's not a happy read, but it's a necessary read.
Since first reading about Stalinism, collectivization, show-trials, and masses of people being sent to gulags, I always wondered how people just went along with it. Everything Flows left me with an answer to this question, which in turn left me with a deep sense of sadness, for we—people—seem to have the ingrained characteristic of finding ways to justify the unjustifiable.
I finished the book about a week ago but some thoughts and images continue to haunt me. Emotionally there were three chapters which really stood out and captured the senselessness and barbarity of the Soviet State under Stalin. One of these chapters tells the story of a Moscow woman who's husband is denounced and as a result she is separated from her three year old daughter and sent to a gulag in Siberia. Grossman's narrative condenses her life to a little chapter, but within that chapter he captures the feelings a loyal Soviet citizen sent to the gulags might have. Millions were denounced, oftentimes on no evidence, and their stories were never told. Here he gives us a window into one of their stories.
This is what I appreciated about this book. Grossman went beyond his narrator to give us stories of other people caught up in the madness of the era.
The chapter on collectivization and the resulting Ukrainian famine (Genocide) was extremely sad and shameful. How could people do this to each other? We learn how. The whole process is explained from a State Operative who saw it all happen from beginning to end.
The chapter after this is a small but powerful narrative which tells the story of a Ukrainian peasant family who died during the famine. Behind every number, nearly five million died, there was a story, a human-being, with their own dreams, loves, and joys.
I learned a lot from this book and I plan on reading more of Grossman's work in the future. It's not a happy read, but it's a necessary read.
rossiemmaa's review against another edition
dark
hopeful
informative
reflective
sad
slow-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? No
- Loveable characters? It's complicated
- Diverse cast of characters? No
- Flaws of characters a main focus? Yes
4.0