Reviews

And Never Said a Word by Heinrich Böll

verw0rren's review against another edition

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dark emotional sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.25

kiso's review against another edition

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  • Plot- or character-driven? Character
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

laradascapibara's review against another edition

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emotional reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes

4.25

choukou's review against another edition

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dark emotional hopeful reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

4.25

outtiegw's review against another edition

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emotional reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

eurydice1221's review against another edition

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mysterious reflective slow-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

1.5

borealis85's review against another edition

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4.0

Powerfull Novella of a married couple trying to reinvigorate their marriage at the ruins of the second world war and their own lives.

blackjessamine's review against another edition

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4.0

Da quando ho terminato questo libro, ho addosso una sensazione di desolazione, di angoscia e di claustrofobia che non riesco a far scivolare via. È un romanzo fatto di polvere e macerie, di città distrutte dalla guerra e di uomini lacerati da un conflitto che ha strappato loro qualcosa di fondamentale, qualcosa che, anche dopo che la ferita è stata risanata, non può più tornare indietro.
Ma forse dovrei fare un passo indietro. Perché “E non disse nemmeno una parola”, pur avendo una grandissima forza evocativa, non è un romanzo così diretto: certo, le macerie, l'aria tetra, la polvere e lo squallore che stringe il cuore sono presenti fin dalle prime battute, ma è al tempo stesso vero che Böll sembra inizialmente voler solo sussurrare. Non c'è frenesia, non è un romanzo sui movimenti concitati di una battaglia o sul fragore e la confusione frenetica di un bombardamento: “E non disse nemmeno una parola” parla di quello che resta, di quello che resta dopo l'amore, di quello che resta dopo la guerra. Sono macerie meno evidenti, crolli che non fanno rumore, ma che sono irrimediabilmente più profondi e insanabili.
Fred e Kate si amano, sono sposati e hanno tre figli, sono sopravvissuti alla guerra e vivono nella miseria di un alloggio di fortuna, una stanza in un appartamento dove vivono altre famiglie, una stanza con i muri fatti di tela, muri che non possono isolare i rumori della quotidianità e dell'intimità di una famiglia. E si amano. L'amore è un elemento costante, tormentato e tormentoso, ma innegabile. Fred e Kate si amano, ma la guerra li ha distrutti. Ha distrutto Fred, che pure non è mai stato soldato, ma solo tecnico delle comunicazioni, ma che non per questo è rimasto al riparo dalla morte, dalla sofferenza quotidiana, dai volti sfigurati dall'agonia. E la guerra ha distrutto anche Kate, che ha perso due bambini a causa dei pidocchi, che è costretta a sentirsi in colpa per la sua voglia di amare ed è costretta a piangere tutte le notti in silenzio, per non spaventare i suoi figli.
In “E non disse nemmeno una parola” c'è spazio per una ragazzina dalla nuca delicata china in preghiera e per lo squallore di lenzuola consunte brutte camere d'albergo, ci sono interminabili bicchieri di acquavite e confezioni di rosso per le labbra, ci sono frittelle e caffè bevuti a credito, disegni di acrobati sbiaditi, insegne luminose, caroselli e tanto rancore. Ma il rancore non è quello di Kate verso Fred, che da mesi ormai non può più sopportare la miseria del loro alloggio. Il rancore è quello sottopelle, quello che non si può oggettivare, un rancore sordo e rassegnato, privo di forza d'azione. E' il rancore di una città che conserva cumuli di macerie accanto ai segni di una rinascita che viene d'oltreoceano, il rancore di uomini che sono ancora vivi, che sono costretti a venire a patti con una sopravvivenza che li vorrebbe felici, grati e pronti a rinascere, ma che non possono fare altro che rimestare angosce e tormenti impossibili da sciogliere.
E' impossibile anche solo pensare di condannare o biasimare i protagonisti, perché la loro angoscia è talmente vibrante e tangibile che durante la lettura mi sono sentita, costantemente Kate, subito dopo Fred, e le ragioni di entrambi mi sono sembrate così evidenti e inevitabili che tutto quello che mi è rimasto è stato un forte senso di desolazione e soffocamento.
Perché si soffoca, in questa città che vede la rinascita delle slot-machine e del biliardino insediarsi proprio in mezzo a quelle ferite che sono ancora irrimediabilmente aperte. Si soffoca nella casa che puzza di rape di un prete che ascolta le confessioni solo con l'occhio all'orologio, si soffoca nella casa di tre bambini costretti a giocare in silenzio - costretti a dimenticare come si faccia a ridere e fare rumore. Si soffoca per le strade gelate, in mezzo alle processioni, si soffoca nelle taverne e nelle grandi ville vuote.
Fred e Kate non possono fuggire dall'angoscia dell'amarsi senza che questo possa essere sufficiente.
Perché niente è sufficiente. Non la preghiera, non l'assoluzione, non una bella ragazza capace di fare un ottimo caffè, né un rossetto nuovo, né le notti d'amore rubate negli alberghi o sotto le stelle.
E in mezzo a tante macerie, quelli che sembrano svettare di più sono proprio i muri di incomprensione e incompatibilità fra le persone, quei muri che dividono anche gli amanti più appassionati, i genitori dai figli, gli amici dai fratelli: nonostante tutto, i personaggi sono satelliti lontanissimi, che girano attorno alla stessa orbita, si scrutano e si cercano, ma sono incapaci di raggiungersi.
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