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tatee's review against another edition
3.0
Una collezione completa è la più triste di tutte le collezioni.
fugit's review against another edition
informative
relaxing
medium-paced
4.0
Not only for entomologists.
blackjessamine's review against another edition
4.0
Questo libriccino è stata un'esperienza curiosa, una lettura diversa e per certi versi interessante, ma non credo ripeterei troppo volentiri l'esperienza.
È un collage, un misto (spesso poco armonico) di memoir, biografia, autobiografia, diario, raccolta di riflessioni e saggio divulgativo sull'entomologia. Ecco, un esperimento potenzialmente interessante, ma qualcosa di questa potenzialità si è persa, secondo me, nella poca coerenza con cui le varie parti sono amalgamate. E non solo i vari aspetti che compongono il libro sono poco omogenei, ma anche la scrittura è altalenante: ci sono capitoli geniali, interessantissimi, persino poetici, ma accanto a questi ci sono anche numerosissime pagine piuttosto noiose, infarcite di riflessioni opache e in qualche modo già lette.
Certo, devo almeno riconoscere a Sjöberg il merito di avermi fatto leggere 200 pagine sulla catalogazione delle mosche (o meglio, dei sirfidi) senza che avessi l'impressione di trovarmi in un testo di biologia, a me che la biologia non l'ho mai studiata volentieri e delle mosche non mi è mai imporato granché.
Credo che il modo migliore di godere di questa lettura sia proprio prenderla per una specie di divertissement, un esperimento un po' diverso, un libro fuori dagli schemi classici del romanzo o del saggio, e afferrare solo quei capitoli interessanti, lasciando scivolare invece le frasi meno significative.
E allora resta la bottonologia, resta un uomo che tutte le sere attraversa la città con un agnello stretto fra le braccia e varca così le porte del Teatro Nazionale, restano i commoventi tentativi di difesa di mosche che assumono le fattezze di insetti dotati di pungiglione, ignare che a certe latitudini questi insetti siano estinti da anni.
Si tratta di suggestioni, si immagini fugaci che rischiano di sbiadire fra resoconti di viaggio di un esploratore vagamente arrogante e aste a cui vengono vendute case dai gabinetti illustri.
Non mi è piaciuta molto l'ironia forzata dell'autore, quella che lo spinge a sminuire il non-entomologo quasi per difesa, quasi si aspettasse da un momento all'altro di essere deriso e umiliato per via dei propri studi poco noti ai più. Un atteggiamento un po' adolescenziale, ecco, che qualche volta ha gettato un'ombra su pagine altrimenti molto interessanti.
E poi, mi resterà sempre una domanda: davvero in Svezia c'è la convinzione che i treni del sud Europa siano popolati da banditi armati di cloroformio pronti ad addormentare e derubare interi vagoni?
È un collage, un misto (spesso poco armonico) di memoir, biografia, autobiografia, diario, raccolta di riflessioni e saggio divulgativo sull'entomologia. Ecco, un esperimento potenzialmente interessante, ma qualcosa di questa potenzialità si è persa, secondo me, nella poca coerenza con cui le varie parti sono amalgamate. E non solo i vari aspetti che compongono il libro sono poco omogenei, ma anche la scrittura è altalenante: ci sono capitoli geniali, interessantissimi, persino poetici, ma accanto a questi ci sono anche numerosissime pagine piuttosto noiose, infarcite di riflessioni opache e in qualche modo già lette.
Certo, devo almeno riconoscere a Sjöberg il merito di avermi fatto leggere 200 pagine sulla catalogazione delle mosche (o meglio, dei sirfidi) senza che avessi l'impressione di trovarmi in un testo di biologia, a me che la biologia non l'ho mai studiata volentieri e delle mosche non mi è mai imporato granché.
Credo che il modo migliore di godere di questa lettura sia proprio prenderla per una specie di divertissement, un esperimento un po' diverso, un libro fuori dagli schemi classici del romanzo o del saggio, e afferrare solo quei capitoli interessanti, lasciando scivolare invece le frasi meno significative.
E allora resta la bottonologia, resta un uomo che tutte le sere attraversa la città con un agnello stretto fra le braccia e varca così le porte del Teatro Nazionale, restano i commoventi tentativi di difesa di mosche che assumono le fattezze di insetti dotati di pungiglione, ignare che a certe latitudini questi insetti siano estinti da anni.
Si tratta di suggestioni, si immagini fugaci che rischiano di sbiadire fra resoconti di viaggio di un esploratore vagamente arrogante e aste a cui vengono vendute case dai gabinetti illustri.
Non mi è piaciuta molto l'ironia forzata dell'autore, quella che lo spinge a sminuire il non-entomologo quasi per difesa, quasi si aspettasse da un momento all'altro di essere deriso e umiliato per via dei propri studi poco noti ai più. Un atteggiamento un po' adolescenziale, ecco, che qualche volta ha gettato un'ombra su pagine altrimenti molto interessanti.
E poi, mi resterà sempre una domanda: davvero in Svezia c'è la convinzione che i treni del sud Europa siano popolati da banditi armati di cloroformio pronti ad addormentare e derubare interi vagoni?
imll's review against another edition
informative
inspiring
reflective
medium-paced
4.0
It stays with you
lucita_knjige's review against another edition
3.0
Malo dosadno osim ako vam muhe i kukci nisu hobi.
flyintothestorm's review
funny
informative
inspiring
lighthearted
reflective
relaxing
slow-paced
5.0
He de decir que el título no me llamaba mucho la atención porque me imaginaba otro tipo de libro, pero, no, el autor nos da su perspectiva sobre el coleccionismo de sírfidos de una manera un tanto peculiar: juntando sus memorias, la biografía de René Malaise y un claro amor al estudio de los sírfidos, además de algunas divagaciones. Es una obra muy agradable de leer y que me ha descubierto distintas especies de animales, que seguramente olvidaré, pero que ha sido interesante investigar para, al menos, ver una imagen.