Reviews

Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale by Byung-Chul Han

lattecore's review

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informative reflective slow-paced

3.0

maggie_25's review against another edition

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slow-paced

2.0

federica1994's review

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inspiring medium-paced

3.5

fedegon14's review against another edition

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informative inspiring reflective

4.0

hankangggg's review against another edition

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4.0

Mi capítulo favorito, sin duda, fue “SILENCIO”.
“El silencio puede ser muy pacífico, incluso amistoso y profundamente gratificante. Es cierto que un poder dominante puede imponer el silencio a los sometidos. Pero él callar forzado no es silencio. En el verdadero silencio no hay coacción. No es opresivo, sino elevador. No roba, sino que regala.”

ireg's review

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challenging emotional informative inspiring reflective slow-paced

3.75

È stato un libro che ho letto con molta fatica a causa della prosa di byung-chul han, che in molti passaggi si fa fin troppo poetica. È un libro filosofico, che parla dello stato attuale delle cose. Non lo consiglierei per chi è ad un primo approccio con la lettura di testi filosofici o sociologici. 
In diversi passaggi è noioso e ridondante e se non fosse stata obbligata a leggerlo per l'università probabilmente non l'avrei finito. 
Il mio voto si basa molto sul fatto che i concetti narrati in questo libro siano davvero veritieri e ti fanno aprire gli occhi su come stai vivendo la tua vita. 

sarafandino_'s review against another edition

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3.0

3/3⭐

phracci's review

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4.0

3,7. Scrive bene, sintetizza più pensieri in modo da farli convergere sul suo punto di vista. Condensa complessità in una prosa chiara e per lo più paratattica, fruibile da chiunque abbia terminato almeno la terza media e che abbia una mente curiosa.
Han è un romantico erudita, intelligente, eppure credo che sia troppo arbitrario in alcune parti. Un po'... reazionario. Ho preferito la Scomparsa dei Riti e la Società senza Dolore.

_carlibri_'s review

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4.0

Un'analisi lucida e chiara sulla perdita di contatto con le cose che sta caratterizzando la nostra epoca, a favore delle non-cose, ovvero i contenuti digitali, così fuggevoli e immateriali.
Inoltre molta nostalgia, anche da parte dello stesso autore, nei confronti degli oggetti, che non sono più ormai portatori di ricordi e di pezzi di vita, ma elementi da "consumare, non usare".

ilybinaya's review against another edition

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4.0

 
the idea of digitalisation ruining materialism is quite interesting and thought-provoking. han’s arguments are so fully german in a sense, as well as his style of writings, even though at times it feels like more can be elaborated on the other side of things. the last chapter is very moving and romantic which makes me so affirmative that i would read into more of his works. also, i think the idea of non-things’ impact also somehow relate to the spectacle in a sense, but the spectacle is more of rejecting the idea of things, while han’s position here is more permissive of the concept of things but rejecting the digitalised world. i’m more curious about whether han himself really takes on this position in real life, but of course that’s not realistic enough in today’s world.