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annamariacogliano's review against another edition
4.0
"A black man in a white sport."
..Jesse Jackson reminded the crowd that Arthur was a profoundly influential force, a man who knocked down walls and built bridges. Most athletes limit themselves to achievements and contributions within the lines, but Arthur found greatness beyond lines as he tourned anger into energy and stumbling blocks into steppingstones. David Dinkins, after insisting "Arthur Ashe was just plain better tha most of us" declered: "If ever there was a man who proved civility is not a weakness, it was Arthur."
Come una biografia deve essere scritta. Completa, chiara, lineare, ricca.
Magari a tratti un pochino troppo dettagliata e approfondita, ma è una delle opere più intense e belle che io abbia letto sulla vita di un atleta. C'è tutto su Arthur Ashe. Ci sono i titoli del Grande Slam vinti, i risultati di coppa Davis, le rivalità con gli altri atleti ed è tutto descritto così minuziosamente che alla fine ti sembra di averli vissuti quei game, quei set, quei match. Ci sono i dubbi, le sconfitte, gli ostacoli, le cadute che hanno caratterizzato la sua carriera sportiva.
Ma il racconto della vita fuori dal campo e delle lotte portate avanti da Arthur al di là delle linee bianche fanno perfettamente percepire la grandezza di un uomo, di un atleta che supera i limiti dello sport per diventare leggenda. Ci si può fermare al conto dei titoli dello slam per dichiarare chi sia il più grande di tutti i tempi, ma dove si posiziona un campione che ha dovuto lottare anche solo per entrare su un campo da bambino, perché il tennis era uno sport da bianchi? In quale categoria rientra chi ha dovuto lottare contro i pregiudizi razziali nelle terre di jim crow per diventare il migliore, il più forte, per avere la possibilità di competere nei più grandi tornei di tennis e vincerli?
Arthur Ashe avrà anche vinto solo 3 titoli del grande slam e davanti ai mostri sacri che di titoli ne hanno vinti venti, molti dimenticano di inserire il suo nome tra quelli dei più grandi.
Ma un uomo che, durante la sua carriera, durante la sua intera vita, anche quando negli ultimi anni la malattia aveva già deciso per lui, ha lottato e continuato a lottare non solo per i propri diritti e per ciò che amava, ma anche per i diritti altrui e per un posto migliore, in un mondo che cercava di non cambiare, sarà sempre ricordato, come riporta Raymond Arsenault, quale "hero among heroes". Ed è per questo che ogni anno, una delle più importanti finali dello sport che tanto amava, si gioca sull'Arthur Ashe stadium, per ricordare e celebrare un campione, una leggenda e un uomo che dovrebbe essere esempio per ogni atleta, ogni amante dello sport.
..Jesse Jackson reminded the crowd that Arthur was a profoundly influential force, a man who knocked down walls and built bridges. Most athletes limit themselves to achievements and contributions within the lines, but Arthur found greatness beyond lines as he tourned anger into energy and stumbling blocks into steppingstones. David Dinkins, after insisting "Arthur Ashe was just plain better tha most of us" declered: "If ever there was a man who proved civility is not a weakness, it was Arthur."
Come una biografia deve essere scritta. Completa, chiara, lineare, ricca.
Magari a tratti un pochino troppo dettagliata e approfondita, ma è una delle opere più intense e belle che io abbia letto sulla vita di un atleta. C'è tutto su Arthur Ashe. Ci sono i titoli del Grande Slam vinti, i risultati di coppa Davis, le rivalità con gli altri atleti ed è tutto descritto così minuziosamente che alla fine ti sembra di averli vissuti quei game, quei set, quei match. Ci sono i dubbi, le sconfitte, gli ostacoli, le cadute che hanno caratterizzato la sua carriera sportiva.
Ma il racconto della vita fuori dal campo e delle lotte portate avanti da Arthur al di là delle linee bianche fanno perfettamente percepire la grandezza di un uomo, di un atleta che supera i limiti dello sport per diventare leggenda. Ci si può fermare al conto dei titoli dello slam per dichiarare chi sia il più grande di tutti i tempi, ma dove si posiziona un campione che ha dovuto lottare anche solo per entrare su un campo da bambino, perché il tennis era uno sport da bianchi? In quale categoria rientra chi ha dovuto lottare contro i pregiudizi razziali nelle terre di jim crow per diventare il migliore, il più forte, per avere la possibilità di competere nei più grandi tornei di tennis e vincerli?
Arthur Ashe avrà anche vinto solo 3 titoli del grande slam e davanti ai mostri sacri che di titoli ne hanno vinti venti, molti dimenticano di inserire il suo nome tra quelli dei più grandi.
Ma un uomo che, durante la sua carriera, durante la sua intera vita, anche quando negli ultimi anni la malattia aveva già deciso per lui, ha lottato e continuato a lottare non solo per i propri diritti e per ciò che amava, ma anche per i diritti altrui e per un posto migliore, in un mondo che cercava di non cambiare, sarà sempre ricordato, come riporta Raymond Arsenault, quale "hero among heroes". Ed è per questo che ogni anno, una delle più importanti finali dello sport che tanto amava, si gioca sull'Arthur Ashe stadium, per ricordare e celebrare un campione, una leggenda e un uomo che dovrebbe essere esempio per ogni atleta, ogni amante dello sport.
susanreadstheworld's review against another edition
3.0
It tries to be too many things at one time, but has choice moments.
penguiniq's review against another edition
informative
inspiring
slow-paced
3.75
Content Warnings
Graphic: Racism and Terminal illness
Moderate: Racial slurs
Minor: Infertility and Medical content
jennyhill's review against another edition
4.0
The writing style wasn’t the most captivating, but I was looking for a thorough history of Ashe’s life and that’s what I got. This is the most comprehensive biography I’ve ever read, though at times it seemed dry due to an overabundance of contextual information that stalled the progress of the narrative.
aartireadsalot's review against another edition
3.0
Thoroughly enjoyed the sections on Ashe’s life and social activism and family and how open he was to dialogue with people who held different viewpoints. Less enamored with all the minute details about tennis matches.
hannahedi's review against another edition
4.0
I didn’t know anything about Arthur Ashe, but had heard his name before, so I wanted to find out. I don’t think I could have made it through the book if I wasn’t listening to it, because there is a lot of tennis in it (totally fair, just kind of boring to me) and it was a really deep dive on Arthur’s life (30 hours long). But it was a great look at who he was, and he was pretty amazing.
kah277's review against another edition
4.0
I ended up liking this book a lot more than I initially thought I would. As a tennis player, I loved hearing about Ashe's professional journey and the strategy he used to get through tough matches. As a fellow introvert, I admired his growing confidence and increased activism while still remaining calm and soft spoken. And as a minority (in my field of work at least) it was refreshing and inspiring to see him overcome so many challenges - from figuring out how to learn tennis during the Jim Crow era in Richmond Virginia to having the pressure of essentially representing the entire African American race in every tournament he entered.
aartireadsalot's review
3.0
Thoroughly enjoyed the sections on Ashe’s life and social activism and family and how open he was to dialogue with people who held different viewpoints. Less enamored with all the minute details about tennis matches.
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