ghillyam's review against another edition

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challenging emotional inspiring reflective medium-paced

3.0

chrissie_jo's review against another edition

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adventurous challenging dark emotional hopeful informative inspiring reflective sad medium-paced

4.0

edriessen's review against another edition

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5.0

Dagboeken waarin je mee mag lezen met de gedachtes van mensen zijn bijzonder. Etty bespreekt in de hare belangrijke thema’s als goed en kwaad & liefde en dood. Ze maakt een persoonlijke reis door waar je deel vanuit maakt. Ze is literair goed onderlegd en beschrijft sommige zaken met prachtige metaforen die voor mij de spijker op zijn kop slaan.

Los van dit is het extra interessant om vanuit haar perspectief te lezen hoe haar leefwereld steeds meer beperkt werd, en hoe ze daarmee omging. Erg relevant in deze tijd.

leserdtke's review against another edition

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challenging emotional reflective sad

5.0

buchanker's review against another edition

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emotional hopeful inspiring reflective

4.5

b_michael's review against another edition

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4.0

Le pagine del diario di Etty Hillesum sono una testimonianza importante di uno dei periodi più bui della storia umana. Etty vive gli ultimi anni della sua vita, anni intensi e marcati da una grande crescita personale, in un contesto difficile: dal 1941 al 1943, la comunità ebraica di tutta Europa viene deprivata delle libertà più elementari e mano a mano deportata nei campi di concentramento. Nonostante la situazione diventi sempre meno vivibile, gli eventi di quegli anni non assumono per Hillesum una posizione di primo piano, ma costituiscono piuttosto uno sfondo: paure e ingiustizie troveranno solo occasionalmente spazio nelle pagine del suo diario.

Grazie al suo spirito umanitario, Hillesum è riuscita mantenere vivo fino alla fine il suo amore per la vita e la sua fede per Dio. Dirà “Dio non è responsabile verso di noi, siamo noi a esserlo verso di lui.”. Questa attitudine le ha permesso di non farsi travolgere dalla rabbia o da sentimenti di vendetta nei confronti dei soldati tedeschi, ma piuttosto di nutrire compassione per “quei poveri ragazzi”, oltre che indugiare in riflessioni sulla natura umana. Si renderà conto che ogni essere umano possiede un seme maligno, e proprio per questo ci intima: “ognuno di noi deve raccogliersi e distruggere in sé stesso ciò per cui ritiene di dover distruggere gli altri”. Di fronte all’assurdo, Hillesum non si fa scoraggiare e insiste nel suo ancoramento alla vita e nel perseguimento della felicità. Infatti, una delle tematiche più ricorrenti nel Diario è la sua relazione con Julian Spier, uno psicoanalista e chirologo junghiano.

Per Hillesum scrivere è al tempo stesso un processo di guarigione, un’ambizione e un compito. Confrontandosi con gli ebrei del ghetto e riconoscendo i propri privilegi, sente una profonda responsabilità, quasi un obbligo morale di fare buon uso del poco tempo che resta a disposizione. Etty non si fa infatti illusioni: sa bene quale sarà il suo destino e non si oppone, anzi, le sue parole diventano progressivamente quelle di chi, in modo consapevole, si accomiata dalla vita. “Incomincerò a fare ordine nelle mie carte e ogni giorno dirò addio. E così il vero addio sarà solo una piccola conferma esteriore di ciò che, di giorno in giorno, s'è già compiuto dentro di me.”

Nella scrittura di Hillesum è visibile un tentativo di curare la forma, di trovare le parole giuste ed essenziali. In alcuni passaggi assistiamo a riflessioni in merito: “Vorrei scrivere parole che siano organicamente inserite in un gran silenzio, e non parole che esistono solo per coprirlo e disperderlo: dovrebbero accentuarlo, piuttosto. […] Le parole dovranno servire soltanto a dare al silenzio la sua forma e i suoi contorni”. Non sempre le riesce, capita spesso che dubbi e incertezze riguardo alle proprie capacità prendano il sopravvento, e che finisca per arrendersi all’incapacità di trasmettere l’interezza del suo vissuto attraverso la scrittura.

Scrivendo apertamente e con semplicità dei propri dubbi, degli abbattimenti, dei momenti di lucidità, di gioia e di sconforto, Etty costruisce una finestra verso il proprio mondo interiore. Questa ha un vetro trasparente: è possibile guardarci attraverso e lasciarsi coinvolgere dalle gioie e dai travagli dell’autrice; ma, allo stesso tempo, è un vetro che può fungere da specchio, poiché entrando in tale intimità con un altro essere umano succede sempre di riconoscere elementi accomunanti e, attraverso di essi, arrivare conoscere meglio se stessi.

chozzo's review against another edition

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4.0

"Anche queste due mani vengono con me, con le loro dita espressive che sono come giovani rami robusti. Spesso saranno congiunte in una preghiera e mi proteggeranno e staranno con me sino alla fine. E così questi occhi scuri col loro sguardo buono dolce e indagatore. E se i tratti del mio viso diventeranno brutti e sconvolti dalla sofferenza e dal lavoro eccessivi, allora tutta la vita del mio spirito potrà concentrarsi negli occhi."

juliaflorence15's review against another edition

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4.0

Ontzettend zwaar om te lezen, maar wel heel bijzonder.

bibliophyla's review against another edition

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5.0

"Devo proprio diventare più semplice. Lasciarmi vivere un po' di più. Non pretendere di vedere già dei risultati. Ora conosco la mia cura: accoccolarmi in un angolino e ascoltare quel che ho dentro, ben raccolta in me stessa. [...] riprender contatto con un frammento d'eternità"