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La contessa nera by Claudia Marseguerra, Rebecca Johns

lazylys's review

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3.0

Ho iniziato a leggere il libro con parecchia curiosità per le vicende di questa nobildonna ungherese. A metà ne ero parecchio soddisfatta. Alla fine non so più se e quanto questo libro mi sia piaciuto. Umh.

La contessa nera è senza dubbio un libro scritto bene, e la pregevolezza della scrittura rimane l'unica costante che accompagna il lettore dalla prima all'ultima pagina. Erzsébet Bàthory è definita dalle cronache come la più cruenta serial killer della storia. Sadica, crudele, senza scrupoli, le vengono addebitate tra le 300 e le 600 vittime (tutte o quasi giovani donne al suo servizio).

Rebecca Johns si pone un obiettivo difficile: narrare la storia di questa donna in prima persona; entrare nella mente di una assassina e psicopatica e dare la sua versione dei fatti. E ci riesce solo a metà.

Se da una parte ho apprezzato la linea del non ho fatto nulla di male della contessa (e d'altra parte lei si dichiarò sempre innocente, psicpatica al punto da essere probabilmente convinta di non aver fatto nulla di riprovevole per davvero), dall'altra credo che non abbia saputo mostrare fino in fondo la paranoia e la pazzia di questa donna. Troppe le morti apparentemente accidentali, troppo lo scarico di responsabilità sui domestici complici. In un certo senso troppe poche le morti e le torture stesse. La prima volta che Thurzo le fa domande al riguardo si è quasi prese alla sprovvista, perché, in fondo, fin lì di vere pazzie se ne erano viste poche. Sì, certo, magari la contessa non ha ritenuto opportuno raccontare di questi piccoli problemi quotidiani nella lettera al figlio, ma si rimane spiazzati comunque.

Come dicevo all'inizio, credo che la prima metà del libro sia la migliore. Fino "all'incidente" che porta all'avvicinamento tra Erzsebet e il marito non c'è nulla da ricriminare. Da quell'incidente, che dovrebbe segnalare l'ingresso definitivo nel tunnel della perversione e crudeltà della protagonista, il libro perde invece colpi, lasciando alla fine un po' di amaro in bocca.
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